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Riccardo Casale, Presidente AMIU

Riccardo Casale, Presidente AMIU - TurismoinAuto.com

Sono tra quelli che hanno la valigia sempre pronta, anche perché amo viaggiare “molto leggero”. Sono tra quelli che adorano stazioni, porti, aeroporti, autostrade, strade e stradine. E sono tra quelli che hanno mancato coincidenze, perduto e ritrovato bagagli, che hanno bivaccato in un cantuccio per scioperi o nevicate. Ricordo di una nottataccia trascorsa all’aeroporto JFK di New York (era il dicembre 2006) proprio perché la neve veniva giù fitta fitta, una nevicata meravigliosa, come capitano solo negli Stati Uniti. Ora ho rallentato il ritmo, ma negli ultimi venti anni ho vissuto spesso in posti così, sia per lavoro sia per diletto. E me ne sono successe di cose…


Ma il viaggio per me è quello in moto! L’unico modo di viaggiare che mi fa lasciare tutto alle spalle. Non so spiegare esattamente il motivo: forse perché la moto è la cosa che ho desiderato maggiormente da ragazzino, quando fantasticavo sulla “grande fuga” di Steve McQueen. E bramavo la motocicletta ancor più perché i miei genitori, giudicandomi imbranato e spericolato al tempo stesso, mi rifiutavano fermamente l’agognato mezzo a due ruote. Detto col senno del poi: avevano ragione. Non so … è che quando salgo sulla moto sono felice, sorrido alla vita.

Nell’estate del 2000 andai con alcuni amici fino a Bilbao perché al Guggenheim Museum era stata allestita la mostra “The Art of Motorcycle”, arrivata in Europa dopo il grande successo newyorkese. Entrare in quel luogo, pieno di quei meravigliosi mezzi appartenenti a tutte le epoche fu un’esperienza quasi extrasensoriale, bellissima, indimenticabile. Non volevamo più uscire da quel pianeta onirico! Alcuni modelli simili a quelli esposti ho anche avuto la fortuna di cavalcarli, noleggiandoli non ricordo più dove o imprestati da amici bikers.


Oggi mi coccolo una splendida BMW R1150GS del 2002 e una intramontabile BMW K75 del 1978 comprata d’occasione quasi venti anni fa e ancora perfetta. La GS è stata fedele ed inarrestabile compagna nel più bel viaggio della mia vita: Bruxelles-Mount Ararat e ritorno, un viaggio che ha toccato Belgio, Lussemburgo, Francia, Germania, Svizzera, Italia, Grecia, Turchia, Georgia, Armenia, fino alla frontiera iraniana. Tutto un zigzagare continuo per le montagne del Caucaso e la regione del Kurdistan. Un viaggio fatto tutto insieme ad Andrea, che guidava una Honda ed a Federico che con la sua Toyota Land Cruiser ci ha accompagnati fino a Tbilisi.


Non riesco a descrivere pienamente le emozioni - ancora freschissime nella mia mente - di quell’estate del 2004. Ci vorrebbe uno scrittore, forse un poeta. Ricordo le espressioni estasiate quando, scendendo nord-sud in Turchia lungo la frontiera con l’Armenia, tra Kars e Iğdir, facemmo tappa a bordo strada per riposarci qualche minuto e ci rendemmo conto di quel cono enorme, con la punta innevata, che si stagliava sullo sfondo dell’orizzonte, verso est. Era il monte Ararat! Eravamo meravigliati, felici, eccitati. In un attimo comprendemmo come per i popoli antichi che attraversavano quegli altopiani la biblica arca non avesse potuto fare altro che arenarsi lassù. L’Ararat continua a mantenere ai miei occhi, smagati dalla scienza e dalla tecnica, un’imponenza impressionante. Lo si vede dai quattro punti cardinali per centinaia di kilometri. Figurarsi che impatto doveva avere ai tempi del diluvio universale!

Proseguimmo fino al tramonto lungo quella strada, dove non si incontrava quasi anima viva per decine di chilometri. Avevamo tolto il casco, un po’ incoscienti. Non si dovrebbe mai fare. Ma quell’aria calda dell’altipiano che coccolava i nostri sogni e accarezzava i nostri volti era una sensazione bellissima da provare. Nei giorni successivi, dopo aver girato intorno al lago di Van, arrivammo fino alla città di Batman, un luogo surreale dove modernità e tradizione si fondono insieme ad un nome ricco di fascino, di fantasia ed anche di assurdo. Un luogo, un nome ed una foto, quella riportata, che mi ha spinto a scrivere un libro pubblicato di recente dal titolo appunto “Non sono mica Batman!”. Ma questa è tutta un’altra storia.

22/03/2011 13:12 commenti (22)

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