GT?!? Com’è possibile? Quelle auto che non possono circolare certo sulle nostre strade, quelle che hanno le slick al posto degli pneumatici invernali, quelle che hanno due soli sedili senza nulla intorno e il roll-bar dentro l’abitacolo? Sì, esattamente quelle. E si possono cavalcare proprio lì, sul circuito handling all’interno del Las Vegas Motor Speedway. Ci gira la testa per l’emozione. Care 488 e Aventador, addio! Qui si fa sul serio. Dunque, la scelta ora è fra Ferrari 430 GT, Porsche GT, Lamborghini Super Trofeo, Ferrari 458 GT e Lambo Huracàn Super Trofeo GT. Impossibile scegliere senza avere rimorsi. Sette giri della vita sulla 458 GT a 869 dollari o sulla Huracàn a 939 dollari? Pensiamo che in ogni caso sarebbe un successo e così ci lasciamo cullare dall’idea che su una Ferrari abbiamo già fatto un corso di guida serio anni fa, mentre la Huracàn pare sia davvero una bella novità. E Lambo sia.
Pensiamo già di fare i contorsionisti per entrare nell’abitacolo, mentre qui inizia il bello. È qui che la Dream Racing ha quel guizzo in più: l’esperienza in auto sarà l’ultima cosa, quella che ricorderemo di più. Prima c’è un’ora intera di esperienza che serve a prepararci. Sì, perché i 620 cavalli del suo V10 non si portano mica a spasso facilmente. Bisogna studiare prima di applicarsi. Così fanno i professionisti e per mezza giornata, oggi, anche noi siamo piloti. 30 minuti di aula innanzitutto, per conoscere le regole del circuito e della vettura, accompagnati da un uomo della società e da un video davvero efficace. Poi, il simulatore con un pilota tutto per noi. Nonostante il simulatore sia davvero di ottimo livello, non ci spingono a fare il tempo. Serve, in realtà, per memorizzare il circuito, le curve, i punti delle staccate e per far innalzare il nostro livello adrenalinico. Come se ce ne fosse bisogno… Su tutto, apprezzatissimo il continuo riferimento alla sicurezza. Una frase più di tutte descrive la brillante tecnica formativa della Dream Racing: “Noi sappiamo che voi siete qui oggi per correre e perché volete guidare velocemente. Noi conosciamo il circuito e la vettura molto più di voi. Per cui se farete di testa vostra, rischierete e andrete piano. Se vi fidate del pilota che avrete accanto, andrete molto più forte e in sicurezza.”
Bingo, bravi!
Finalmente si scende in pista. Ancora un dettaglio, di quelli che rimangono nella memoria: tuta e casco professionali. Siamo tutti bianchi e rossi, come i colori della Dream Racing.
E, poi, finalmente, il rombo del V10. Il giro di allineamento, le prime staccate, la voce del nostro pilota che dice “gas, gas” e qualche volta “brake now”. Poi, più niente, la memoria si è persa, sopraffatta dall’emozione.
Adrenalina: fuorigiri.
Soddisfazione: ai massimi livelli.
Rimorsi zero.
Rimpianti: perché abbiamo scelto solo il pacchetto da 7 giri? Ah già, il pacchetto da 22 giri era costoso da matti, ma consentiva ben 3 sessioni di guida diversa e soprattutto l’analisi della telemetria. Da piloti veri, insomma. Sarà per la prossima volta.
Ci sono 200 motivi per tornare a Las Vegas. Noi ci torneremo per quel motivo in più, che sa di italiano, che sa di gare, che sa di box, tute e caschi di piloti. Ci torneremo perché quel pacchetto da 22 giri all inclusive da 2.499 dollari ci è rimasto in gola.
Torniamo a lavorare: dobbiamo mettere un po’ di soldini nel salvadanaio. Vegas ci aspetta…
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Roberto Rasia dal Polo
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